Un Signore anch’io – I musici del disco – Il Kaldo

Il Kaldo

Stefano Caldonazzo, alias Kaldo, alias Tony. Superba forchetta, ma anche ottimo cucchiaio, è il compagno ideale per pranzi, cene e relative sobremesa.

Si sospetta, in virtù della sua non comune capacità comunicativa, sia l’unico essere umano dotato di un babel fish all’interno del condotto uditivo.

Grande viaggiatore nello spazio e nel tempo, quest’ultimo scandito con sapienti manate che arrivano dritte al primo chakra; sistole e diastole vitali per tutta la musica che gli sta intorno. Memorabile, a questo proposito, una sua esibizione suonando un cesto di noci le quali, dopo lo spettacolo, ebbero un significativo incremento della percentuale di oli essenziali.

Nel disco si è occupato di bongos, maracas, tamburelli, legnetti, piatti da banda, jam blocks, campanacci, polipi di fiume, mascelle smontate, organi riproduttivi di mammiferi acquatici, palle di pelle di pollo e tanto altro…

Strumento: tutto ciò che è percuotibile

Frase celebre: “Boh! sei tu la mia memoria”

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Un Signore anch’io – I musici del disco – Max Carinelli

Max Carinelli

Max Carinelli anche detto “il canottiere in canottiera alla canottieri di Lodi” è un personaggio di culto in gran parte dei paesi balcanici con lo pseudonimo di “Letlo Vin” dove è solito esibirsi suonando la grancassa col piede destro, il tamburello col piede sinistro, la chitarra acustica tra le braccia, il microfono alla bocca mentre sfoggia straordinari assoli di sassofono… Non chiedetemi come faccia…. Nessuno vi risponderà.

È l’unico a non essersi fatto un selfie perché il suo Startac Motorola (del quale ignora tutt’ora molte funzioni) non fa le foto…
Appassionato docente della lingua inglese, cultore della letteratura inglese ed americana, si è ripromesso di insegnare a John Peter Sloan come pronunciare il proprio nome correttamente.

È spesso soggetto ad atti di becero nonnismo, tipo quelli di Addolorato nella celebre canzone di Elio, a causa della sua passione per Bruce Springsteen. Lui sa di essere in difetto e accetta di buon grado le nostre angherie…
Polistrumentista lodigiano, si nutre di solo risotto alla milanese e raspadura.

Strumento: chitarra elettrica perlopiù solista (ricordatevi l’assolo finale de “I veri padri non ci sono più”, che l’OMS ha definito “un atto concreto contro le brutture del mondo, un grande passo per l’umanità tutta”).

Frase celebre: “Hemmmmm mmmmm eeeeee mmmmhhhhh praticamenteeeeee mmmmm heeeee”

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Un Signore anch’io – I musici del disco – Davide Lasala

Davide La Sala

Siori, siore e suore, vi presento Davide Lasala. Costui è il personaggio che ci ha dato dimora nel fresco delle fini colline Mornaschesi…
Non solo. Davide è l’inaspettato, quello che ha aiutato a trovare l’anima di questo disco, quello che ha supportato tutti nei momenti difficili, che si è dedicato anima e corpo a renderlo sincero.
Davide ama la musica, come pochi, l’Edac Studio è il posto perfetto per fare dischi.

Notoria è la sua passione per strumentazione e oggetti vintage… Pare che grazie a questa passione io abbia cantato in microfoni che dagli anni 60 ad oggi hanno raccolto ptialina e alitella di centinaia di personaggi famosi: Pippo Baudo, Heater Parisi, Pippo Franco, Topo Gigio, Leonardo Da Vinci, Mastro Lindo, Quinto Fabio Massimo e Mazinga Z.
Pare anche che questa sua passione per il vintage sfoci in bizzarre perversioni delle quali però stento ad avere conferme ufficiali. Pare per esempio che si sia fatto togliere tutti i denti per indossare la dentiera vintage della nonna…

Un giorno un bilico di ottantasette tonnellate ha scaricato in studio un registratore a nastro grosso come una Volvo Polar. Posto per noi in sala regia non ce n’era più, ma il bagno, seppur raccolto, forniva ugualmente dei buoni ascolti.

Strumenti: Davide ha suonato un po’ di chitarra a spasso per il disco e prestato la voce per qualche coro altissimo!

Frase celebre: “non vorrai mica un mix tutto bello smarmellato???!!!”

#kama #unsignoreanchio

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Un Signore anch’io – I musici del disco – Max Lotti

Max Lotti

Quest’uomo è Max Lotti. Nella foto sembra serio, ma nella realtà lo è molto di più.

Con lui e Bugo registrammo tanto tempo fa questo.
Così l’ho chiamato per aiutarmi a registrare le batterie e i bassi. Lui è arrivato, chirurgico ed ha torturato Tiziano e Luca.

La terapia psicanalitica di riabilitazione di Capozzi ci è costata più del disco ma il risultato lo avrete sotto gli occhi… sotto le orecchie… si insomma ci siamo capiti!!!

Adesso lo trovate a #casamedusa ad insegnare a giovani leve e a spippolare dietro il banco assieme a Paolo Perego e Francesco Campanozzi

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Un Signore anch’io – I musici del disco – Francesco Ambrosini

Francesco "Franz" Ambrosini

Franz. Detto “vaccadi”. Costui è l’uomo che ha mixato Un Signore anch’io spesso compiendo atti creativi fuori dal normale talvolta trasformando completamente l’idea originaria.

Tecnico paziente, polistrumentista, velocissimo spippolatore da computer, la leggenda narra che riesca ad usare tre mouse contemporaneamente mentre tamburella con i piedi sotto il banco.
Come nel caso degli assoli di sax di Carinelli, non ci poniamo troppe domande.
Per rispettare i toni vintage dello studio ha deciso di mixare il disco su Commodore Vic 20 passando il lavoro su 14180 cassette da 90 min della TDK.

Da sempre in cerca di una fede, dopo un’esperienza pastafariana ha deciso di crearsi una propria religione che vede come messia Rita Levi Montalcini della quale pare voglia assumere le sembianze con ripetuti e sofisticati interventi chirurgici.

Attento consumatore ha deciso di cibarsi unicamente di animali che crescono spontaneamente sugli alberi del parco Cesare Lombroso di Verona.

 

Frase celebre: “Che scago, vecio”

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